19 Jan 2025
Brisbane
neutral
È stata una delle domande più frequenti che mi è stata posta prima di partire. La risposta che mi sarebbe piaciuto dare senza troppe spiegazioni è "perché no?". Realizzando che solo pochi avrebbero capito cosa intendevo, ho cercato di dare delle risposte che avrebbero tentato di edulcorare il dissenso celato dietro a quella domanda o che avrebbero spinto i più conservatori a rimarcare la propria visione della cosa, sottolineandone l'inutilità. Ok, sono partito con il piede sbagliato. Non sono arrabbiato, almeno non più adesso.
Ma andiamo dritti al punto: perché l'Australia?
Partirò dall'inizio per cercare di ricostruire quello che mi ha portato a viaggiare attraverso tutti questi fusi orari. Io e la mia compagna, Tubero, avevamo una forte voglia di espatriare dall'Italia. Vi chiederete: come mai? Odio sembrare ripetitivo, anche perché lo sappiamo tutti… Meglio lasciare trattare questo capitolo infausto a qualche influencer sui social.
Tubero, da educatrice, non si sentiva valorizzata salarialmente e le prospettive future non erano tra le più rosee. Per me le cose erano diverse in termini di stabilità contrattuale e prospettive di crescita, anche se questa sarebbe stata molto lenta e non avrebbe mai equiparato quella dei miei colleghi europei. Allora perché? La verità è che ero stanco, molto stanco, ma stanco stanco. Quella stanchezza che rasenta l'esaurimento.
Le cause erano molteplici: il lavoro era molto tecnico e presentava un livello di complessità elevato sotto molti aspetti. Un'altra componente fondamentale è stata la mancanza di contatto umano, lavorando spesso in smart perché i miei colleghi erano sparpagliati per l'Europa.
La prima scelta è stata la Germania. Dopo iniziali preparativi, abbiamo capito che mangiare pretzel della Lidl tutti i giorni non stava aiutando la motivazione, così abbiamo smesso di provarci. Vuoi per il clima, vuoi per la lingua con le declinazioni (ho odiato il latino).
Quindi un giorno Tubero mi chiama dalla cucina e mi chiede: "Perché non l'Australia?". Io inizio a sorridere, lei sembrava molto contenta. Come dire, sapevo che era la scelta che entrambi saremmo stati felici di intraprendere e devo dire grazie (o forse è ancora troppo presto) al mio tirocinante per averla presa (vedi approfondimento in basso). Aveva molto senso! Ero appena tornato da un business trip da Monaco e mi aveva fatto passare la voglia di Germania, nonostante mi piaccia parecchio. Era troppo simile a quello a cui ero abituato. Avevo bisogno di avventura, e sperimentare un clima simile, se non peggiore, a quello che avevo già vissuto a Torino non mi entusiasmava molto.
Fin da bambino sognavo di visitare paesi, di conoscere nuove culture e nuovi cibi, di conoscere e parlare con persone che vedono il mondo in modo diverso da me, e ho sentito che questo era il momento giusto. Ho sentito dire che gli australiani vivono la giornata in modo molto più rilassato e volevo vedere come fanno, volevo imparare. Inoltre, ero incuriosito dal loro rapporto con una natura così ostile verso gli uomini, eppure cosí predominante, e volevo esplorarla.
A conti fatti, l'Australia mi avrebbe permesso di vivere un'avventura incredibile senza sacrificare le mie finanze, anzi! Grazie all'aiuto di numbeo sono riuscito a stimare se il viaggio sarebbe stato sostenibile. L'Australia, come molti sanno, ha uno dei salari minimi più alti al mondo ($24.10 AUD, cioè €14 al tempo in cui sto scrivendo). Secondo le mie stime, sarei riuscito a viaggiarmela e a ripagarmi il viaggio di ritorno con i soldi che avrei guadagnato da qualsiasi lavoro.
Io e Tubero sentivamo entrambi un desiderio di avventura e, perché no, anche di romantica fuga. Sapevo e speravo che sarebbe stata un'esperienza che avrebbe rafforzato il nostro rapporto e che ci avrebbe dato tanti ricordi. Insomma, abbiamo deciso di fare un piccolo upgrade alla convivenza.
E gli animali cattivi? Lo sapevate che gli animali che fanno più male all'uomo in Australia sono le mucche e i cavalli? Però meglio stare attenti, specialmente in acqua.
Il "tirocinante"
Immagino il mio cervello come una war room aziendale. Ci sono tutte figure di rilievo con potere decisionale. Tutte queste figure sono responsabili di diverse aree di interesse:
Quello che succede è che per la maggior parte del tempo dibattono e raramente convergono su una soluzione unanime, sperperando così il budget interno di energie. Dall'altra parte c'è un tirocinante che ovviamente fa fotocopie di appendici e slide in PowerPoint.
Si tratta di un individuo molto motivato, intraprendente e, a tratti, anche incosciente. Dico incosciente perché pensa che tutti quei paroloni non servano a niente e, di tanto in tanto, prende l'iniziativa e fa cose. Al ritorno della board, è stato tutto deciso; adesso si inizia a dibattere su qualcos'altro...